Agrifood europeo: la rotta per la competitività, la sostenibilità e la resilienza
Nonostante l’importanza della filiera agroalimentare europea per la società, l’economia e l’ambiente, negli ultimi anni si è assistito ad una sempre maggiore marginalizzazione della stessa, soprattutto da parte delle Istituzioni europee. Per far sì che questo non riaccada in seguito alle prossime elezioni europee, un nutrito gruppo di “stakeholder” del settore agroalimentare Ue chiede ai prossimi decisori di prendersi degli impegni precisi.
La filiera agrifood merita una posizione preminente nell’agenda politica europea. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una criminalizzazione degli agricoltori, degli allevatori, dei ricercatori e in generale di tutti gli operatori del settore agro-alimentare, ingiustamente additati come responsabili della crisi climatica e sanitaria. Questo ha portato all’implementazione di politiche ambientali che hanno colpito duramente il loro lavoro e gli investimenti nel settore, trascurandone il ruolo fondamentale per il sostentamento dei cittadini dell’UE e di milioni di persone in tutto il mondo che dipendono dai prodotti agricoli europei.
La crisi climatica è indiscutibilmente una sfida per tutta l’umanità, ma la risposta non può essere penalizzare un settore che sfama il mondo. Al contrario, la filiera agrifood merita una posizione preminente nell’agenda politica europea, in quanto può rappresentare una soluzione ai problemi legati alla sostenibilità. È con questa convinzione che il “Think Tank” COMPETERE ha lanciato “Mi impegno”, il documento programmatico “Eu Agrifood: Driving Competitiveness, Sustainability, and Resilience. Strategic Policy Guide for 2024-2029″, trasmesso ai candidati alle elezioni europee per valorizzare e dare più credito alle filiere agroalimentari dell’Unione europea.
Alcune #PoliticheAmbientali hanno colpito settore #agroalimentare e #investimenti, trascurandone il ruolo fondamentale per il sostentamento di milioni di persone. Condividi il Tweet
Le attuali politiche vigenti, spinte da una Commissione europea troppo spesso influenzata da ideologie ed emotività, abbracciano ideali ambientalisti e salutisti privi di fondamenti scientifici. Tali politiche hanno ignorato il valore del metodo sperimentale della scienza, trascurando l’importanza di una sostenibilità equilibrata, che bilanci le necessità economiche, sociali e ambientali. Le conseguenze sono state politiche “verdi” controproducenti, che hanno aggravato la situazione socio-economica, senza miglioramenti significativi per la biodiversità o nella riduzione dell’impatto sul clima. Inoltre, queste politiche hanno indirettamente rafforzato le economie di Paesi concorrenti come Cina, India, USA e alcuni stati del Golfo, a discapito dell’Europa. Le conseguenze sono visibili: desertificazione delle campagne, chiusura di aziende agricole, delocalizzazione di molte aziende alimentari fuori dall’Unione europea e consumatori costretti a optare per alimenti di qualità inferiore o più costosi, spesso provenienti dall’estero.
Si chiede pertanto ai futuri aspiranti rappresentanti al Parlamento e alla Commissione europea di impegnarsi a promuovere e realizzare ambiziosi obiettivi per l’agricoltura, per le imprese e per la salute.
Tra questi, valorizzare la capacità produttiva, la resilienza e l’efficienza delle filiere agroalimentari europee, affinché l’Europa raggiunga e mantenga la leadership globale, proteggendo le sue ‘produzioni chiave’ attraverso accordi di export e accordi globali. Promuovere un piano europeo per la sicurezza e l’autosufficienza alimentare, eliminando gli sprechi attraverso la ridistribuzione del cibo, al fine di un suo riutilizzo in altre parti della catena alimentare. Contrastare tutti i fenomeni di contraffazione e inganno per i consumatori, assicurando che le eccellenze agrifood europee non subiscano concorrenza sleale da parte di prodotti di imitazione.
Potenziare dunque la capacità dei cittadini di compiere scelte informate e consapevoli per seguire una dieta equilibrata, promuovendo una corretta informazione e mantenendo il modello della Dieta mediterranea come principale riferimento dell’educazione alimentare, grazie ai suoi accertati effetti benefici sulla salute sia fisica che mentale. Questo al fine di favorire il benessere dei cittadini e ridurre patologie come l’obesità, pandemia invisibile dai costi elevatissimi sui sistemi sanitari nazionali europei. Specialmente alla luce del fatto che le politiche contro l’obesità fin qui adottate si sono dimostrate fallimentari, come l’uso di etichette dissuasive o l’aumento artificioso dei prezzi di alcuni alimenti, che non hanno condotto ad un’alimentazione più equilibrata, né ad una migliore educazione alimentare.
La revisione della #LegislazioneUE sul #BenessereAnimale dovrebbe preservare la #competitività, per evitare di ricorrere ad alimenti di #qualità inferiore. Condividi il Tweet
Anche le tasse sul cibo e bevande sono provvedimenti regressivi che vanno scoraggiati, in quanto creano nuove disparità pesando in maniera significativa sul potere d’acquisto delle famiglie più povere, che finiscono per ridurre la loro possibilità di reperire cibo di qualità. Per questo motivo, anche la revisione della legislazione UE sul benessere animale dovrebbe preservare la competitività, per evitare che i consumatori debbano ricorrere ad alimenti di qualità inferiore.
In tutto questo è essenziale supportare le imprese, riducendo burocrazia e oneri amministrativi, per favorire la loro transizione verso sistemi produttivi più avanzati, investendo nella ricerca e nell’innovazione, nell’agricoltura rigenerativa e nelle tecnologie (AI e IoT) volte a migliorare la produttività, l’efficienza e mitigando di conseguenza l’impatto dei cambiamenti climatici.
Saranno pronti i prossimi decisori pubblici di stanza a Bruxelles a prendersi questo tipo di impegno, e a supportare in maniera equilibrata e trasparente uno dei settori più importanti per la società, l’economia e l’ambiente europei? Noi ce lo auguriamo, e ci uniamo a coloro che gli chiedono di sottoscrivere questo “Pledge”, come già fatto da numerosi attori delle filiere agrifood europee.