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Il tempio della dieta mediterranea, per una corretta informazione nelle scuole

Il Tempio della Dieta Mediterranea entra nelle scuole. Giovani e giovanissimi, orgogliosi dell’equilibrato modello alimentare e sociale mediterraneo, si mostrano meno interessati a diete e stili di vita estremisti di quanto si pensi.

Papà, oggi a scuola il professore di latino ha detto che non dobbiamo mangiare la carne, perché fa male a noi ed all’ambiente”. Ricordate questa frase? Questi avvenimenti sono abbastanza frequenti nelle scuole. Può infatti succedere, a volte, che alcuni insegnanti – generalmente in buona fede – si spingano oltre le loro competenze, parlando per “sentito dire” di carne, ambiente o alimentazione dopo aver visto qualche “trash-missione” televisiva travestita da documentario, o in base alle proprie convinzioni personali. Questo non è giusto, né nei confronti del settore zootecnico, né dei giovani, che meritano di sapere come stanno davvero le cose. Su basi scientifiche, e non ideologiche.

È quindi necessario iniziare a portare una corretta informazione nelle scuole, dando la parola ai veri esperti del settore. Ed è quello che è successo nei giorni scorsi con una collaborazione tra Carni Sostenibili e Il Refuso, un’associazione di promozione sociale che si occupa di informazione, editoria e grafica. Grazie al supporto professionale della Professoressa Elisabetta Bernardi, nutrizionista e specialista in scienza dell’alimentazione con oltre 20 anni di esperienza nel campo della comunicazione scientifica e insegnante all’Università di Bari, ha avuto inizio questo “mini tour” in tre scuole (elementari, medie e superiori) della provincia di Roma, al fine di spiegare a giovani e giovanissimi alcuni importanti dettagli della Dieta Mediterranea. Alla base delle informazioni fornite alle scuole, il libro edito da Franco Angeli “Il Mediterraneo, tempio della dieta” scritto dalla stessa Elisabetta Bernardi con l’antropologa dell’alimentazione Elisa Ascione e la storica dell’alimentazione Silvana Chiesa.

COSA PENSANO BAMBINI E RAGAZZI DELLA DIETA MEDITERRANEA

Un quiz, modificato in base all’età dei partecipanti, con domande più o meno serie, o facili, sui cibi e le caratteristiche della dieta mediterranea. “Che cosa significa dieta?”, “La dieta mediterranea è solo italiana?”, “Da dove proviene il pomodoro?”, o “Qual è il modello alimentare più sostenibile?”. O ancora, domanda trabocchetto: “Come cuocevano le patate gli antichi romani?” Sono solo alcune delle domande che sono state fatte ai ragazzi delle scuole visitate, e che hanno rivelato due aspetti molto importanti: il primo, è che bambini e ragazzi italiani, se presi questi come campione, sono molto più informati e meno propensi a cascare nei tranelli delle narrazioni finto-ambientaliste di quanto si pensi; il secondo, che nonostante genitori e insegnanti siano oggi molto impegnati a non “offendere” nessuno, evitando distinzioni ad esempio fra vincitori e perdenti, nel momento in cui ci si ritrova davanti a una sfida anche solo come quella di un quiz, bambini e ragazzi, che si tratti di piccoli di otto anni o giovani di venti, amano fortemente la competitività. Al di là delle informazioni più interessanti, infatti, il maggior coinvolgimento è stato proprio per il ritrovarsi in una competizione, affrontata sia singolarmente (medie e superiori) che a squadre/classi (elementari).

Tornando al Tempio della Dieta Mediterranea, è importante ricordare che si tratta un’evoluzione grafica e concettuale della passata rappresentazione piramidale, una nuova iconografia che propone di raccontare come, oltre al bilanciamento di nutrienti, la Dieta Mediterranea sia anche convivialità, tradizione, cultura, rispetto della stagionalità dei cibi, tutela per la biodiversità, attenzione alla salute e all’ambiente. Ecco perché il tempio diventa il modello architettonico più idoneo a rappresentare questo stile alimentare, riunendo alla base i suoi aspetti sociali e ambientali, e sulle colonne portanti le quattro categorie alimentari: carboidrati, frutta, verdura e proteine, senza i quali il tempio non si potrebbe sorreggere.

Questa rinnovata simbologia è più adatta a rappresentare la complessità e l’unicità di questo Patrimonio Immateriale dell’Unesco e nasce proprio dalla necessità di unire tutte le sue grandi anime, nutrizionale, antropologica e sociale. In questi tempi di confusione, polarizzazioni e disinformazione è importante dare corrette nozioni e far conoscere ai ragazzi la Dieta Mediterranea come un insieme di aspetti materiali e immateriali, un’entità viva in continuo movimento che integra culture differenti. “Mangiare tutto in piccole quantità” è un po’ il suo mantra e, ovviamente, anche la carne rappresenta un alimento fondativo presente costantemente nel corso dei millenni. I giovani dovrebbero essere consapevoli che, proprio grazie al benessere ottenuto da questo modo di alimentarsi, i popoli mediterranei sono tra i più sani e longevi al mondo, e che tutti i cibi sono ugualmente salubri nelle giuste dosi.

I BAMBINI E RAGAZZI NON SONO INTERESSATI A STILI DI VITA ESTREMISTI

Quella nelle scuole romane è stata un’esperienza molto positiva, sia per l’interesse da parte dei bambini e dei ragazzi, sia perché molti di loro si sono dimostrati già molto informati”, commenta Elisabetta Bernardi: “Ad esempio, sul fatto che Dieta Mediterranea non significhi solamente ciò che si mangia, ma riguarda uno stile di vita nel suo complesso, che permette di vivere in maniera più sana e poter ambire a una maggiore longevità rispetto a quella offerta da altri modelli alimentari e sociali. I bambini erano molto curiosi e anche quelli più grandi hanno dimostrato di volerne sapere di più. Hanno bisogno di qualcuno che spieghi, senza le pressioni del marketing o dell’ideologia, che cosa siano un’alimentazione veramente corretta e uno stile di vita sostenibile”.

Positivo è stato anche il fatto che, di tutti i ragazzi coinvolti, nessuno ha dimostrato particolare interesse o simpatia per stili di vita estremisti, come quello vegano, mentre apprezzavano tutti il fatto di avere l’opportunità in Italia di poter seguire un modello di vita così equilibrato e sostenibile come quello mediterraneo. “Questo esperimento è stato molto positivo e non ci dispiace l’idea di poterlo riproporre anche in altre scuole”, continua l’esperta: “Anche perché, oltre al riscontro positivo con gli studenti, abbiamo già ricevuto richieste da parte di altri insegnanti di poter presentare anche nelle loro scuole questa nuova rappresentazione grafica del modello mediterraneo. In questi giorni l’esperienza si sta ripetendo da remoto in altre scuole di Toscana e Umbria e speriamo sia solo l’inizio di una nuova importante fase. Perché parlare ai ragazzi di queste cose in maniera equilibrata ed obiettiva, senza diffondere ideologie allarmistiche, sensi di colpa per il clima o fake news sugli allevamenti è molto utile, e molto importante. Sia gli insegnanti che i ragazzi hanno apprezzato molto, quindi speriamo di poterlo rifare presto”.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.