L’Etichetta alimentare: una guida pratica
Siamo quello che mangiamo, e per capire davvero cosa mettiamo nel nostro piatto è fondamentale saper leggere correttamente le etichette alimentari. Ma non solo.
Il cibo non è soltanto vitale nutrimento, ma anche un’espressione di scelte personali e collettive, come quelle legate alla sostenibilità e al sostenere il made in Italy. Conoscere il significato delle informazioni riportate sulle confezioni non solo è utile per garantire la nostra sicurezza alimentare, ma anche per riflettere nelle azioni i nostri valori, come il rispetto dell’ambiente, il sostegno alle filiere nostrane e l’adozione di pratiche antispreco.
Questi principi sono sempre più sentiti. In Italia, il tema della trasparenza alimentare è sempre più centrale: la possibilità di verificare l’origine e la qualità dei prodotti conferisce ai consumatori un grande potere decisionale. Secondo un’analisi di Ipsos per l’Osservatorio Immagino ben il 94% degli italiani dichiara di leggere le etichette alimentari, specialmente al momento dell’acquisto. Tra le informazioni più ricercate, al primo posto troviamo la data di scadenza (63%), seguita dagli ingredienti e dai valori nutrizionali (57%), e dall’origine del prodotto (52%).
Le informazioni essenziali in etichetta: origine
Le etichette alimentari non sono solo un obbligo normativo, ma un vero e proprio strumento di consapevolezza. Capire l’origine del cibo che compriamo è infatti più importante di quanto si pensi perché ci consente di valutare la qualità e la sicurezza del cibo che portiamo sulle nostre tavole. Se pensiamo alla carne, ad esempio,la normativa europea richiede che siano indicati il luogo di allevamento, macellazione e sezionamento, e in alcuni casi anche quello di nascita. Questo vale per carni bovine, suine, ovine e per il pollame, con l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni chiare e complete, consentendo di fare scelte più informate e responsabili.
Anche i prodotti ittici devono riportare informazioni specifiche in etichetta. Per i pesci pescati, ad esempio, è obbligatoria l’indicazione della zona di cattura mentre per quelli allevati è necessario indicare il paese in cui sono stati allevati. Per frutta e verdura sia che si tratti di un prodotto confezionato che venduto sfuso deve essere indicato il paese di provenienza, Questi dettagli sono utili non solo per valutare la freschezza del prodotto, ma anche per comprendere l’impatto ambientale legato al trasporto del cibo. Spesso peraltro ci rendiamo conto di quanto queste informazioni siano importanti solo quando non sono disponibili. Andando ad esempio in un supermercato fuori dall’Unione Europea, la mancanza di tutta una serie di informazioni fa spesso rimanere spaesati quando dobbiamo fare la spesa.
Ingredienti e additivi
L’elenco degli ingredienti rappresenta una parte fondamentale dell’etichetta alimentare, fornendo dettagli sulla composizione del prodotto, tra cui la presenza di additivi, conservanti e allergeni. Per garantire una lettura immediata e comprensibile, la lista degli ingredienti deve essere riportata con caratteri sufficientemente grandi e un contrasto di colore evidente tra il testo e lo sfondo della confezione.
Gli ingredienti vengono elencati in ordine decrescente di peso compresi additivi e aromi . Tuttavia, gli ingredienti presenti in quantità inferiori al 2% del peso totale possono essere indicati in ordine casuale. Questo consente al consumatore di valutare con precisione la proporzione dei vari componenti e la loro rilevanza nella composizione del prodotto.
Segnalazioni obbligatorie e indicazioni ulteriori
Tra le informazioni obbligatorie sull’etichetta, vi è anche l’indicazione di ogni ingrediente o coadiuvante tecnologico che possa provocare intolleranze o allergie alimentari. Gli allergeni devono essere chiaramente evidenziati all’interno della lista degli ingredienti, anche se presenti in tracce o come componenti di un altro ingrediente. Gli alimenti allergizzanti da segnalazione obbligatoria sono ad esempio: cereali contenenti glutine, crostacei, uova, pesce, arachidi, soia, latte, frutta a guscio, sedano, senape, semi di sesamo, lupini e molluschi . Oltre agli alimenti, anche alcuni additivi possono causare reazioni allergiche. Per esempio, i solfiti che devono essere evidenziati nella lista degli ingredienti.
Infine, le etichette riportano spesso diciture come “può contenere…” o “può contenere tracce di…”, seguite dal nome dell’allergene. Queste indicazioni segnalano la possibilità di una contaminazione accidentale avvenuta durante il processo di lavorazione, con allergeni non intenzionalmente utilizzati.Queste indicazioni sono fondamentali per i consumatori allergici o intolleranti, che devono poter evitare anche minime quantità di sostanze per loro pericolose.
Etichette nutrizionali: guida utile o semplificazione eccessiva? Il caso Nutriscore
Quando si parla di etichette alimentari, non si può non parlare anche delle etichette nutrizionali che negli ultimi anni sono state al centro di un acceso dibattito, soprattutto in relazione al controverso sistema Nutriscore.Ma di cosa si tratta esattamente?
Il Nutriscore è un sistema di etichettatura nutrizionale – ideato in Francia con l’idea di aiutare consumatori a fare scelte alimentari più consapevoli – che classifica i prodotti alimentari utilizzando una scala che va dalla “A” (di colore verde), per gli alimenti considerati più sani, alla “E” (di colore rosso), per quelli ritenuti meno sani. Basandosi su una combinazione di colori e lettere. Questo sistema prende in considerazione alcuni nutrienti da limitare, come energia, grassi saturi, zuccheri e sale, ma è stato oggetto di numerose critiche da parte di esperti e politici.
Uno dei principali problemi evidenziati è la sua semplificazione eccessiva. Ridurre la valutazione nutrizionale di un alimento su un semplice punteggio può risultare infatti fuorviante. Ad esempio, alimenti tradizionalmente considerati sani, come l’olio d’oliva, possono ricevere un punteggio basso a causa dell’alto contenuto di grassi, ignorando i suoi comprovati benefici per la salute.
Inoltre, il Nutriscore non considera il contesto dietetico globale. Un alimento che ottiene un buon punteggio non necessariamente contribuisce a una dieta equilibrata, soprattutto se consumato in modo sproporzionato o abbinato ad altri cibi in maniera non corretta. Questo approccio rischia di trasmettere un messaggio incompleto, senza educare realmente il consumatore a costruire una dieta varia ed equilibrata. Ma quale sarà il futuro del Nutriscore?
Dopo anni di polemiche e una tiepida accoglienza il destino dell’etichetta a semaforo appare incerto. Sebbene si parli sempre più frequentemente di un suo possibile abbandono, è necessario attendere le decisioni ufficiali di Bruxelles per capire quale sarà il suo ruolo nei prossimi anni.
Strumenti pratici per la lettura dell’etichetta
Da quanto scritto finora la lettura delle etichette alimentari può sembrare un compito complesso, ricco di termini tecnici e dettagli difficili da interpretare. Tuttavia, esistono strumenti pratici che possono aiutare i consumatori a orientarsi e a fare scelte informate senza troppa difficoltà. Tra questi, le app di scansione delle etichette rappresentano un valido alleato: grazie allo smartphone, è possibile scansionare il codice a barre di un prodotto per ottenere informazioni dettagliate sugli ingredienti, sui valori nutrizionali e sulle principali caratteristiche.
Un’altra risorsa utile è rappresentata dalle guide online e cartacee, disponibile gratuitamente su molti siti web e spesso scaricabili in formato digitale. Queste guide offrono spiegazioni semplici e intuitive per comprendere i termini più tecnici.
Acquisire familiarità con le etichette alimentari non è solo un modo per fare scelte più salutari e sostenibili, ma anche un atto di consapevolezza che rafforza il potere del consumatore. Ogni decisione presa al supermercato è un voto per il tipo di industria alimentare che vogliamo sostenere. Imparare a leggere e interpretare le etichette significa, in definitiva, contribuire a promuovere una maggiore trasparenza, qualità e responsabilità da parte dei produttori.