
Diete prive di carne? Attenzione allo sviluppo cognitivo dei bambini
Le diete troppo povere o completamente prive di carne e cibi animali possono compromettere lo sviluppo cognitivo dei bambini.
Il Professor Adegbola Adesogan, Direttore del Global Food Systems Institute e del Feed the Future Innovation Lab for Livestock Systems, del Dipartimento di Animal Sciences dell’Università della Florida, dipinge un quadro allarmante sugli effetti dello sviluppo cognitivo dei bambini a cui, per un motivo o per un altro, vengono imposte diete prive di carne e cibi di origine animale. Nelle sue ricerche, l’esperto illustra l’importanza dell’allevamento nell’alimentazione mondiale e i benefici della carne e dei cibi di origine animale. Specialmente nei Paesi in via di sviluppo, dove la malnutrizione e le carenze nutritive, soprattutto nei bambini, sono una piaga che sarebbe invece opportuno risolvere.
Nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia, infatti, un bambino su tre è affetto da “stunting”, o “arresto della crescita”, con percentuali che arrivano anche al 60% in alcune aree. Questa è una condizione in cui i bambini non raggiungono il loro potenziale di altezza, che comporta non solo una compromissione fisica, ma anche uno sviluppo cerebrale e cognitivo ridotto, influenzando negativamente le prestazioni scolastiche e la vita sociale dei bambini.
I nutrienti chiave essenziali per alcuni processi funzionali del cervello si trovano proprio nella carne
A livello globale, circa 144 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione, presentando ritardo nella crescita e “deperimento” (o “wasting“), una condizione in cui i bambini non raggiungono un peso sufficiente per la loro età. Questo fenomeno è strettamente legato alla mortalità infantile, che è otto volte più alta in Africa rispetto all’Europa. Fino a dieci anni fa, il legame tra nutrizione e sviluppo cerebrale non era ben compreso. Oggi invece sappiamo che esistono nutrienti chiave essenziali per alcuni processi funzionali del cervello, che si trovano proprio nella carne e negli alimenti di origine animale.
Nei primi mille giorni di vita, micronutrienti come zinco, ferro e vitamina B12 sono cruciali per la formazione e il corretto sviluppo del cervello. La carenza di questi nutrienti porta a malformazioni neuronali e, di conseguenza, problemi cognitivi. Le proteine di alta qualità, come quelle della carne, sono essenziali per la iperplasia funzionale e la sinaptogenesi, cioè la formazione di nuove sinapsi tra i neuroni, un processo fondamentale per lo sviluppo del cervello durante l’infanzia, che continua anche nell’età adulta, soprattutto in risposta all’apprendimento e all’esperienza.
Il ferro eme della carne rossa è fondamentale per la guaina mielinica che circonda le cellule nervose e per la sintesi delle monoamine, dei neurotrasmettitori importanti per la comunicazione tra i neuroni nel sistema nervoso. Anche lo zinco, il rame, la colina e gli acidi grassi a catena lunga EPA e DHA, che si trovano ad alta biodisponibilità solamente nella carne e nei cibi animali, sono essenziali per la sintesi del DNA, dei neurotrasmettitori e per la sinaptogenesi.
OMS e linee guida dietetiche raccomandano carne e alimenti di origine animale per i bambini dai 6 mesi in su
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) e le linee guida dietetiche raccomandano di includere carne e alimenti di origine animale nella dieta dei bambini dai 6 mesi in su, proprio per l’alta densità e biodisponibilità di nutrienti essenziali presenti in questi alimenti. Le proteine animali sono complete in termini di amminoacidi rispetto a quelle vegetali, il ferro, il calcio, iodio e lo zinco sono più biodisponibili nei cibi animali, la vitamina B12 non è reperibile nei vegetali e le vitamine A e D3 sono anch’esse presenti nella loro forma biologicamente utile solo negli alimenti di origine animale. Per questo motivo l’OMS e la FAO hanno dichiarato i cibi animali come la migliore fonte di nutrienti per i bambini dai 6 ai 23 mesi e per le donne in gravidanza e che allattano.
Purtroppo, nelle aree in via di sviluppo, la popolazione è spesso vegana o vegetariana non per scelta, ma a causa della povertà. La carenza di macro e micronutrienti essenziali provenienti dalla carne e cibi animali causa malnutrizione infantile, morbilità, mortalità, ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo, con un conseguente impatto socio-economico negativo. Ad esempio la carenza di vitamina B12 nelle donne in gravidanza e in allattamento provoca anemia, basso peso alla nascita, difetti del tubo neurale, mancato sviluppo cognitivo nel nascituro e aumento del rischio di diabete gestazionale.
Cosa dice la scienza a riguardo
Diversi studi dimostrano che il consumo di carne riduce i problemi derivanti dalla malnutrizione nei bambini, quindi il sottopeso, il ritardo della crescita e il deperimento e una metanalisi ha evidenziato che la supplementazione delle diete dei bambini in Africa e Asia con alimenti di origine animale abbassa notevolmente i tassi di stunting e wasting.
Un altro studio, condotto in Kenya, ha confrontato i punteggi dei test scolastici dei bambini a cui una dieta a base di legumi e mais è stata integrata con una piccola quantità di carne, una tazza di latte o di olio. I bambini che hanno ricevuto la carne hanno registrato un aumento del 45% nei loro punteggi agli esami, quelli che hanno ricevuto latte del 28%, mentre non ci sono stati miglioramenti significativi in chi ha ricevuto olio, evidenziando ancora una volta l’importanza degli alimenti di origine animale nello sviluppo cognitivo e nelle prestazioni scolastiche dei bambini. Questi vengono infatti definiti “brain foods“, cioè “alimenti per il cervello”, per il loro profilo nutrizionale unico, in grado di prevenire malattie e carenze nei bambini e nella popolazione.
Per questo, recenti iniziative come il divieto dei cibi di origine animale nelle mense pubbliche di Edimburgo, in Scozia, e la promozione di menù vegetariani nelle scuole di Milano, sono preoccupanti e fanno riflettere, soprattutto per il riemergere in Europa di sindromi da carenza di nutrienti, come il rachitismo, una patologia che era stata sconfitta grazie al benessere raggiunto con la disponibilità di alimenti di origine animale densi di nutrienti.
Il Professor Adegbola Adesogan avvisa che, sebbene in Occidente sia possibile mantenere una dieta vegana o vegetariana grazie ai supplementi, è comunque complesso ottenere tutti i micronutrienti vitali necessari per lo sviluppo cognitivo nei bambini. Si rende dunque necessario educare le persone sui benefici nutrizionali della carne e degli alimenti di origine animale, per migliorare la vita della popolazione nei Paesi sottosviluppati, e per non regredire in Occidente.
Qui il video, in inglese, dal canale YouTube del Dr Peter Ballerstedt.