Innovazione e collaborazione per ridurre il metano nel comparto zootecnico
Durante lo State of the Science Summit 2024 organizzato dal CLEAR Center (Università California Davis), si sono identificate soluzioni innovative e praticabili per ridurre le emissioni di metano nel settore zootecnico.
Il metano è il secondo gas serra più diffuso nell’atmosfera terrestre, dopo l’anidride carbonica, e per questo i climatologi ne monitorano costantemente i livelli. Come ricorda l’ISPRA, il metano ha un impatto climalterante di 85 volte superiore a quello della CO2 su un arco di 20 anni (o 28 volte su un arco di 100 anni), ma la CO2 ha un tempo di permanenza in atmosfera di migliaia di anni, mentre il metano scompare in circa 10-15 anni.
Tra le fonti di emissione di questo gas figura anche il comparto zootecnico. La chiamata all’azione da parte di scienza e di parte della politica verso tutti i settori produttivi ha portato a studi e sperimentazioni anche in questo settore. La zootecnia infatti sta già lavorando attivamente per ridurre il proprio impatto attraverso soluzioni innovative e pratiche sostenibili. Proprio su questo si è fatto il punto durante il State of the Science Summit 2024, tenutosi presso l’Università della California Davis. Dal consesso è emerso come per il settore lavorare per ridurre il metano nel comparto rappresenti una vera opportunità per trovare soluzioni innovative e concrete.
Una sfida globale, il punto del Summit
Il summit – organizzato dal CLEAR Center in collaborazione con UC Davis College of Agricultural and Environmental Sciences, Spark Climate Solutions e il Dipartimento di Agricoltura della California – ha riunito esperti del settore zootecnico, rappresentanti istituzionali, ricercatori e aziende per discutere delle soluzioni più avanzate in tema di riduzione del metano negli allevamenti. L’obiettivo? Identificare e condividere soluzioni innovative e praticabili per ridurre le emissioni di metano nel settore zootecnico, salvaguardando al contempo la sicurezza alimentare e la produttività agricola.
A dicembre 2024, gli organizzatori hanno pubblicato il rapporto “State of Science: Reducing Methane from Animal Agriculture”, che sintetizza le informazioni chiave emerse durante la conferenza. Questo report rappresenta una risorsa preziosa. Non solo conferma che la zootecnia sta lavorando attivamente per ridurre il proprio impatto ambientale, ma invita a un’azione collaborativa globale per ampliare gli sforzi nella mitigazione delle emissioni di metano. L’obiettivo è chiaro: unire scienza, innovazione e pratiche sostenibili per affrontare questa sfida climatica andando oltre i confini nazionali.
Soluzioni per ridurre il metano nel settore zootecnico
Come evidenziato nel rapporto, il metano enterico, prodotto durante la digestione dei ruminanti, rappresenta circa il 30% delle emissioni globali di metano di origine antropica. Si tratta di una sfida significativa, ma affrontabile grazie a strategie innovative emerse anche durante il summit. Tra queste spicca l’impiego di additivi alimentari, in grado di ridurre le emissioni fino al 30% agendo direttamente nel rumine per inibire la produzione di metano, senza compromettere la salute o la produttività degli animali. Tuttavia, la loro diffusione su larga scala dipende dal superamento di ostacoli normativi e dalla creazione di incentivi economici per gli allevatori.
Parallelamente, l’incontro ha evidenziato il potenziale dei vaccini anti-metano, attualmente in fase sperimentale, ma promettenti per ridurre le emissioni direttamente durante il processo digestivo dei ruminanti. Secondo quanto riportato nel rapporto, questo approccio si distingue per la sua ampia applicabilità, risultando adatto a tutte le specie di ruminanti e ai diversi sistemi di produzione. Questa versatilità lo rende una prospettiva particolarmente interessante per una diffusione su scala mondiale.
Un’altra frontiera, emersa dall’incontro, è rappresentata dalla selezione genetica e dalle tecnologie avanzate, come il CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats). Sebbene queste tecnologie siano ancora nelle fasi iniziali, esse offrono la possibilità di modificare in modo preciso il microbioma del rumine e di selezionare animali geneticamente predisposti a produrre meno metano, mantenendo al contempo elevati livelli di efficienza produttiva.
Anche la gestione sostenibile dei pascoli, come si legge nel report, gioca un ruolo cruciale, poiché consente non solo di migliorare l’efficienza del pascolo, ma anche di aumentare la capacità di sequestro del carbonio nei suoli, riducendo le emissioni complessive.
Infine, la gestione del letame attraverso digestori anaerobici si conferma una soluzione efficace per ridurre le emissioni di metano, trasformando i rifiuti organici in biogas e generando energia rinnovabile, un esempio virtuoso di economia circolare che unisce la sostenibilità ambientale alla valorizzazione delle risorse disponibili.
Due esempi di successo: Brasile e Irlanda
Nel corso del summit, come riportato anche nello studio, esperti provenienti ad esempio da Brasile e Irlanda hanno presentato esempi concreti di come i loro paesi stiano affrontando le emissioni di metano.
Il Brasile ha introdotto nel 2010 il Piano ABC (Low-Carbon Agriculture) per affrontare il cambiamento climatico nel settore zootecnico. Grazie all’attuazione rigorosa del piano, supportata da incentivi finanziari mirati e tecniche di gestione avanzate, il paese è riuscito a ridurre le emissioni di metano per animale di circa il 10% già entro il 2016. Ora, il Brasile sta procedendo con la seconda fase del Piano ABC, che punta a un obiettivo ancora più ambizioso: mitigare 1,1 gigatoni di anidride carbonica equivalente. Per raggiungere questo traguardo, verranno adottate nuove strategie e tecnologie, tra cui la gestione del letame, la selezione genetica degli animali e l’uso di additivi alimentari.
L’Irlanda, invece, mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con una riduzione complessiva delle emissioni di gas serra del 51%, che include un obiettivo specifico di riduzione del 25% nel settore agricolo. Il piano irlandese prevede non solo l’implementazione di tecnologie già disponibili, ma si focalizza anche su soluzioni in fase avanzata di sviluppo, come l’uso di additivi alimentari per gli animali al pascolo, e strategie a lungo termine, come la selezione genetica di bovini che emettono meno metano.
Il ruolo del settore zootecnico nella sfida al cambiamento climatico
Dal report emerge chiaramente come l’allevamento, spesso percepito come parte del problema, possa diventare invece una delle soluzioni. Grazie al supporto della ricerca scientifica, gli allevatori stanno dimostrando una notevole capacità di adattamento alle nuove sfide ambientali e di innovazione nell’adozione di pratiche sostenibili.
Un messaggio cruciale emerso dal summit è però che non esiste una soluzione unica: affrontare questa sfida richiede una combinazione di tecnologie avanzate, politiche mirate e pratiche sostenibili.